Parodontologia

Parodontologia
La gengivite e la parodontite (o piorrea) sono malattie di origine batterica che interessano i tessuti di sostegno del dente, denominati nel loro insieme “parodonto”: da qui deriva il termine Parodontologia, ossia la disciplina odontoiatrica volta alla diagnosi e risoluzione di queste problematiche.
In maniera del tutto simile, la “perimplantite” si manifesta attorno all’impianto.
Quali sono le differenze tra gengivite e piorrea?
Partiamo con il dire che una gengivite non curata può evolvere in parodontite, patologia largamente diffusa nella popolazione adulta e meglio conosciuta come “piorrea”.
Mentre la gengivite si configura come una lieve infiammazione che interessa soltanto la gengiva, la parodontite distrugge progressivamente anche l’osso ed il “legamento parodontale”, ossia l’articolazione che si trova tra osso e dente, formando attorno ai denti delle raccolte batteriche denominate “tasche”.
Come ci si accorge di soffrire di piorrea?
Gengive che si ritirano o sanguinano, presenza di pus, alitosi e mobilità dentale sono soltanto alcuni dei segni della sua presenza; è molto insidiosa in quanto il paziente, a causa della progressiva distruzione del parodonto, può subire la perdita dei denti senza aver mai provato alcun dolore o sintomi significativi.
Ci sono pericoli per la salute?
Per via della grossa quantità di batteri circolanti, non si verificano soltanto conseguenze localizzate ma, secondo studi scientifici accreditati, anche sistemiche:
  • può aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari (aterosclerosi, ictus e infarto),
  • può indurre un parto prematuro nella donna gravidica,
  • può ostacolare il raggiungimento di un adeguato controllo glicemico nel paziente affetto da diabete,
  • può aggravare il quadro clinico dei pazienti affetti da Covid-19 (Comunicato SIDP), con una possibilità quasi 9 volte superiore di morire rispetto ai pazienti che non soffrono di parodontite.

Si può guarire dalla piorrea?
E’ importante sapere che non esistono dentifrici miracolosi, ma anzi che si può e si deve curare tempestivamente con tecniche semplici, efficaci ed economiche proprie della Parodontologia, come ad esempio la “levigatura” delle radici.

In cosa consiste la levigatura radicolare?
Consiste nell’eliminazione della placca e del tartaro sotto-gengivali; viene effettuata “a cielo coperto” -ossia senza utilizzare il bisturi- mediante l’ablatore (il classico strumento vibrante con cui si effettua la seduta di Igiene) e sottili strumenti manuali denominati “curette”, che vengono fatti scorrere lungo il profilo del dente.
L’obiettivo è quello di eliminare o ridurre l’infiammazione e la presenza di tasche, permettendo alla gengiva di riattaccarsi alle radici dentali, che nel contempo sono state lisciate per ostacolare l’adesione batterica.
Alcune indagini preliminari ci diranno se intervenire soltanto in alcuni settori, denominati “quadranti”, oppure se estenderci a tutta la bocca.
La valutazione viene fatta dal Parodontologo, ed è sia clinica, mediante “sondaggio parodontale”, sia radiografica, per capire visivamente dove si è posizionato l’osso.

Cos’è il sondaggio parodontale?
Il sondaggio è una manovra assolutamente indolore, che non prevede anestesia: viene effettuato facendo scorrere la sondaun piccolo righello millimetrato- lungo il perimetro del dente.
Ci permette di indagare:

  • presenza di raccolte o “sacche batteriche” (tasche parodontali),
  • presenza di tartaro o concrezioni sotto-gengivali,
  • fuoriuscita di sangue o pus dal solco gengivale,
  • grado di compromissione dell’apparato di sostegno del dente (misurando l’effettivo abbassamento della gengiva ed il suo distacco dalla superficie dentale)
  • grado di mobilità dentale.
 
Esistono terapie alternative?
La Comunità Scientifica afferma che è sconsigliabile approcciarsi alla cura della parodontite mediante terapie alternative come il “laser” e la “terapia fotodinamica”, ritenute inutilmente costose e di efficacia non superiore ai metodi convenzionali (Comunicato SIDP e Linee Guida SIDP – pag.87/89). Ad oggi, nessuno studio scientifico accreditato ne hanno migliorato la valutazione.
Ci sono particolari accorgimenti da adottare?
Ai fini del buon esito della cura, è fondamentale che il paziente esegua le manovre di pulizia domiciliare e che interrompa abitudini come il fumo di sigaretta o l’eccessivo consumo di alcolici. Inoltre, è importante che si sottoponga a sedute di Igiene ravvicinate, sia per evitare le ricadute della malattia, sia per monitorare l’andamento della guarigione.
Se la guarigione non risultasse ottimale?
Laddove permanessero alcuni difetti ossei significativi, potremo avvalerci delle tecniche di rigenerazione ossea, usando i cosiddetti “biomateriali”.
Quali fattori possono incidere sulla malattia parodontale?
Abbiamo capito che la piorrea può aggravarsi per scarsa igiene e per il fumo, tuttavia non dobbiamo sottovalutare gli eventi traumatici, ad esempio nei pazienti con severe malocclusioni o dentatura incompleta, oppure nei pazienti con abitudini para-funzionali come il serramento, il digrignamento o bruxismo: in tutti questi casi si genera un sovraccarico funzionale delle strutture dentarie e del parodonto, che dev’essere assolutamente gestito.
Anche uno scorretto utilizzo dello spazzolino può contribuire alla formazione delle “recessioni”: si configurano come un abbassamento gengivale ben visibile sulla parte esterna del dente.